giovedì 1 agosto 2013

Out of office

Torno per dire che parto per le vacanze (destinazione Calabria)


Non farò come quelli che, in vacanza, postano ogni mezz'ora l'appello "Siete in vacanza, disintossicatevi da Internet!": non credo al rehab, no no no (cit.), soprattutto se quelli che lo propongono sono proprio i tossici. Donc, se vorrete seguire le vicissitudini cialtroniche e il 3fucknigG mi assisterà, mi trovate, spero poco, su Instagram, Twitter (@chiaradinome) e pagina fb (apropo, ne mancano 4 per arrivare a 200, fatevi trovare al mio ritorno). Tu Phrolivina, invece, mi trovi su uazzap per dirmi che è nato il royal baby di #noizie, grazie tessòro.
Fate i bravi, se potete, o meglio fate quello che volete.
Besos
Chiara

lunedì 29 aprile 2013

Trionfo di tulipani al Parco Sigurtà

Abbiamo approfittato dell'UNICO giorno di sole di questa stramaledetta primavera per ossigenarci le membra in un posto meraviglioso, il Parco Sigurtà a Valeggio sul Mincio. Siamo stati così fortunati da beccare in pieno la fioritura dei tulipani, con sommo gaudio della fotocamera dell'iPhone (che ho quasi fuso). Ci è andata meno bene col viaggio: il parco si trova a pochi chilometri da casa nostra, ma abbiamo fatto l'errore di prendere l'autostrada e uscire a Peschiera... Non uscite MAI a Peschiera: è il casello più stronzo del nord Italia. In più era giorno di festa, quindi abbiamo pascolato nervosamente per mezz'ora allo svincolo, due palle colossali. Secondo errore: dire ai bambini che stavamo andando in un parco. Per loro la parola parco non è mai disgiunta da -giochi, e ve la devo spiegare la figata di ripetere ogni quarto d'ora che non ci sarebbero stati giochi ma solo fiori, verdi prati e 4 animali da cortile? da qui la recensione lapidaria dei due bassi: "Questo parco è BRUTTTISSSIMO, non c'è neanche uno scivolo". (Ecco, se posso permettermi, cari Signori Proprietari del Sigurtà, lo spazio è immenso, mettetece du scivoli, 'na giostrina, 'na sabbiera, che ve costa? Non voglio immaginare cosa farebbe un trentino o un qualunque nordeuropeo con tutto questo verde a disposizione...). Se mi frequentate su Instagram avete già visto le foto, che ho copiosamente riversato senza filtro alcuno: in ogni caso io ve le rimetto tutte qui in fila, rifatevi gli occhi (però se non vi piacciono i tulipani cambiate blog)

 
 

domenica 31 marzo 2013

E tanti auguri a me

Metto sempre l'avvertenza quando arriva un post autoreferenziale, anche piuttosto stupidamente perché è il mio blog, se non parlo di me stessa di chi devo parlare? Premessa stupida due volte: primo, perché dice la prof non si parla del blog sul blog; secondo, perché non è vero che parlo di me stessa, ma del 15% di me e di quello che penso e che mi succede (le controindicazioni di essere me).
Insomma, oggi sono trentanove ed è pure Pasqua che per i cattolici prêt-à-porter come me (quelli che non vanno a messa ma si sposano in Chiesa, non pregano ma esultano per il nuovo Papa) è la festa delle uova di cioccolata, delle colombe, dell'abbacchio (ah, no, non è politically correct, l'ha detto pure il Papa) che noi abbiamo sostituito con cotechino (il maiale non soffre nonono) e lenticchie, viste le temperature BiancoNatal.
E quindi sono trentanove e non sentirli come dice il saggio, soprattutto perché i brufoli non mi abbandonano e io che speravo che bastasse aumentare gli anni senza diminuire la quantità di cioccolata.
E a trentanove non mi sento più chiamare Chiara o mamma ma Matilde, decisione presa all'unanimità da Sua Maestà delle Mocciose, che mi richiama all'ordine 1. se non ho fatto i compiti (quando Lei è la maestra) 2. quando non mi posso trattenere in cameretta e OSO parlare col papà, aka il Lupo Massimo o Giovanni (a seconda dell'umore) che è cattivo e mi vuole mangiare (quando Lei è la mamma). Quindi nelle placide stanze, rese tali dal Dio Lego, risuona un solo grido, stridulissimo, "Matideeeeeee!" (sì, senza L, perché intralcia).
Trentanove e godere per pochi minuti del Cialtrone nel lettone, ché un conto è a pochi mesi tra pianti, suoi, e mestizia, mia; invece adesso c'è tutta la tenerezza e la gratitudine della sorpresa e dell'imprevisto "Davvero posso dormire nel lettone con te?!". E vederlo addormentarsi con la mia mano sulla guancia che lo calma, che meraviglia signora mia, mi pare ieri che è nato, uh come passano in fretta...
E grazie degli auguri e dei fior


giovedì 28 febbraio 2013

Febbraio in pics

Perché questo mese non sia passato invano e il blog non rimanga intonso...
Chiedo aiuto alla regia per le slide:

Ho pregato tutti i santi che non avevo ancora tirati giù dal calendario perché rimanessero sani ALMENO fino alla festa di Carnevale della scuola: mi hanno ascoltata e anzi abbiamo la fortuna di essere ancora tutti integri nonostante intorno a noi si contassero le vittime dell'influenza. Tutta questa fede mi è venuta perché più di ogni cosa i mocciosi desideravano travestirsi e partecipare a questa agognata festa: non è passato giorno senza che mi chiedessero di provare i costumi di Spiderman (ereditato da una collega che mi passa i vestiti dei suoi figli) e di Biancaneve (pazientemente cucito da me comprato al centro commerciale dopo aver scartato 70 vestiti da principessa rosa-fuxia-ciclamino-lillà). Poi, come si conviene, su 150 bambini c'erano 40 Spiderman e 30 Biancaneve, 50 principesse e gli altri non pervenuti perché decimati dal morbo. 

Poi siamo andati al lago di Ledro a goderci la neve:
E ce la siamo non solo goduta ma abbiamo proprio dovuto apprezzare e sfruttare al massimo questo dono della natura...
Si capisce che la caldaia non funzionava? Che ci siamo scaldati core a core intorno alla stufa e non ci siamo lavati per tre giorni? Però è stato bello e istruttivo.

E mentre facevo l'eremita sul letto di paglia, il web mi regalava una nuova esperienza: per il mese di febbraio sono stata tra gli autori della sezione Bambino di Donna Moderna (qui il link ai miei post). La cosa che fa più riderissimo dell'universo è che mi hanno assegnato la rubrica Neonato nonostante io avessi esplicitamente sottolineato che "ringrazio Dio ogni giorno di non avere più neonati in casa": per fortuna la capa Laura è stata comprensiva e mi ha fatto scrivere di cose che so (e non di quello che vagamente ricordo dei neonati).

Quando ho iniziato l'avventura del blog venivo da anni in cui non leggevo altro che Panzallaria e Mammamsterdam. Non sono riuscita ancora a incontrare Panz, ma non demordo. Barbara invece...
Dopo anni di corteggiamento virtuale, e baci e abbracci, e quanto mi piaci, e perchè non scrivi un libro, e quando vieni in Italia, e come stai, e i bimbi, e tira e molla - alla fine il libro del cavolo l'ha scritto e ha organizzato pure il tour del cavolo nel Lombardo-Veneto approdando finalmente tra le mie braccia a Brescia. Premessa fondamentale: mi arriva a Brescia il giorno del patrono. Mi vedete col navigatore a girare per una città automobilisticamente parlando sconosciuta e nel dì di festa? E qui mi cala dalla nuvola la mia deus ex machina, Santa Patrizia che, prendendosi una piccola pausa dalla campagna elettorale, mi accoglie nella sua stellata macchina e mi trasporta dalla divina Summa. Grazie Patrizia!
E com'è 'sta Summa? Un ciclone di parole, di intelligenza, di ironia. Forse un po' più timida di come te l'aspetti, ma come si dice spesso dopo i blog-incontri, mi sembra di conoscerla da sempre. Quanto la amo! E quanto mi sono piaciuti i suoi amici, Massimo Giuliani, detto il Prefattore, che mi ha fatto finire pure su BresciaOggi; Silvia, amica d'infanzia di Barbara, la donna di cui m'innamorerei se fossi uomo, che fa la prof e ha anche un blog fico, I consigli di Morgana. Poi Barbara si stupisce (troppa umilté - alla Sacchi - signora mia), ma c'era anche una sua fan che accende il computer ogni giorno sperando in un suo nuovo post e ci ha anche raccontato che esiste un modo per far entrare la matematica anche nei cervelli di gallina, si chiama Kumon e lei lo insegna. 
Arrivo a Brescia a mani vuote, un classico mio, e torno colma di regali from Amsterdam: cioccolata, Statale 17 e un lavoretto carino e facile da fare coi bimbi
(non capisco peché i colori siano diversi nelle foto, comunque a sinistra è il before, a destra l'after)
(OVVIO che mi sono divertita di più io a farlo che quei due bassi, forse perché mi è piacuto tanto smadonnare per le istruzioni in olandese - solo alla FINE mi sono accorta che erano anche in inglese)

Ehi! Ma io ho un RAGAZZO di 5 anni a casa!
Buon compleanno amore! Ti auguro gioia, serenità, salute (e di smettere di ruttare a tavola, mentre ceniamo)

Facciamo il pane e andiamo a leggere in biblioteca

giovedì 31 gennaio 2013

Liberiamo una ricetta: pane for dummies

Ho fatto il pane. IO ho fatto il pane.
Non che il pane comprato al forno non sia buono, anzi. Ma a un certo punto scatta la voglia di far da sé, di assaporare un nuovo "sapore di casa", di insegnare ai bambini che il pane non nasce nei sacchetti, così come il latte non cresce nei tetrapak né le uova nei contenitori di plastica. (E complice anche il libro della mia amica Elisa Artuso "Eco-famiglie" che da quando è tra le mie mani mi sta invogliando a fare cose molto intelligenti e salutari, tra le quali appunto il pane - poi lei lo fa con la pasta madre, ma per questo tunnel non sono ancora pronta).
Ma da dove comincio? Potrei chiedere a mia madre che lo fa da anni, ma lei ha un'impastatrice professionale e un forno da esterno extra, e poi lo sapete come sono le dosi-mamma? "Massì dai, finché va diventa così, che va bene, ma non troppo" che sarebbe la versione familiare e carina del q.b. (quanto basta - per far uscire dai gangheri, aggiungo io). Lancio la sfida su FB e ne ricavo almeno una decina di ricette.
Ok ce la posso fare, non può essere così difficile, dai-dai-dai!!
Da Bravamamma quale sono coinvolgo i bambini nella preparazione, per insegnare loro che il pane non nasce ecc ecc, ma loro, di fronte alla prospettiva di due ore di lievitazione mi mandano al diavolo ed escono a giocare. Per farla breve, ho fatto 3 impasti da 500 g di farina l'uno, sbagliando almeno una cosa in ognuno: in uno ho dimenticato il sale e il miele, nel secondo la tazza d'acqua nel forno, nel terzo ho messo tutto ma mi sono complicata la vita con un procedimento diverso. Alla fine ne ho ricavato soddisfazione e insegnamenti fondamentali, ma soprattutto dei panini buonissimi.

LA RICETTA
- 500 grammi di farina (la manitoba, tipo 0, è il massimo)
- 300 grammi di acqua (circa) (q.b. insomma)
- mezzo cubetto di lievito di birra
- 10 grammi di sale (un cucchiaino, circa, ahem...)
- un cucchiaino di miele
- 3 cucchiai di olio evo (lo dico? Più o meno)

Ho sciolto il lievito in poca acqua tiepida poi l'ho aggiunto alla farina nel mixer con acqua (dove avevo sciolto il sale), olio e miele (che serve per "colorare" il pane). Ho mixato per poco tempo, giusto per amalgamare gli ingredienti finché si è formata una palla compatta ma morbida e liscia.
Ho trasferito la palla in una terrina di vetro, l'ho coperta con un canovaccio e l'ho lasciata lievitare fino a quando è raddoppiata (tipo per 3 ore). A me sembra ancora una cosa magica, questa cosa della lievitazione...
Ho preso l'impasto e messo sul tavolo con poca farina ho dato ordine ai garzoni bambini di fare i panini.
Ho dato una forma normale ai suddetti panini e li ho tagliati un po' in superficie, poi li ho lasciati riposare un'altra mezz'oretta. (E loro crescevano ancora, che carini!)
Ho acceso il forno a 200° e ho messo sul fondo una tazza con acqua (per non far seccare troppo il pane): ho infornato le creature (i panini) e dopo circa 25 minuti erano pronti. PERFETTI!

COSA HO IMPARATO
La pazienza: non si può mettere fretta alla lievitazione.
La precisione: a parte le quantità a occhio, che si imparano col tempo, bisogna mettere TUTTI gli ingredienti (è molto frustrante addentare il panino ancora caldo e scoprire che ti sei dimenticata il sale).
La bellezza: fare il pane appaga tutti i sensi... Impasti, gusti, la casa si riempie di profumo, i panini "scrocchiano" appena usciti dal forno... Un'estasi!
La gioia di far da sé. Si sa.

Perché "liberiamo una ricetta"?
L'anno scorso abbiamo segretamente preparato l'evento per stringerci intorno a un'amica e da lì sono nate nuove amicizie, scambi, condivisioni che, come dico sempre, di virtuale non hanno niente. Quest'anno riproponiamo l'iniziativa perché siamo delle inguaribili romanticone nostalgiche, ma stavolta c'è qualcosa di nuovo: la solidarietà. Oggi moltissime blogger pubblicheranno le loro ricette e quelle dei loro ospiti (che non hanno un blog) e avranno la possibilità di donare l'equivalente della spesa fatta per creare il piatto al Centro Astalli di Roma, che gestisce una mensa per i rifugiati: in questo modo inviteremo a tavola con noi, anche se virtualmente, delle persone che sono dovute fuggire dal loro Paese a causa di guerre e persecuzioni e che in Italia devono ricominciare da zero. Naturalmente anche se non siete blogger, non cucinate e non liberate ricette potete in qualsiasi momento fare una donazione al Centro: qui la pagina con tutte le modalità. 

Adesso non vedo l'ora di leggere tutte (oggi saranno dappertutto: su FB, su twitter con l'hashtag #liberericette e #freearecipe, ma per comodità Mammafelicematraslocante le linka qui).
"Le storie sono per chi le ascolta, le ricette per chi le mangia. Questa ricetta la regalo a chi legge. Non è di mia proprietà, è solo parte della mia quotidianità: per questo la lascio liberamente andare per il web".

lunedì 21 gennaio 2013

Chi #saltalamerda gode

Certe serate si spiegano solo così (Zerocalcare è il genio assoluto) purtroppo, altre invece sono un rincorrersi di contenuti e sollecitazioni, rimandi e dubbi, scoperte più o meno gradevoli. In rete ho a che fare con persone per lo più molto intelligenti e sensibili con le quali ho scambi quotidiani di esperienze e riflessioni intense (oltre che di intense cazzate, ovvio) e con le quali condivido una visione del mondo che definirei sensata, perché il contrario di da stronzi non mi viene.
Ed è proprio in una giornata come queste, con persone così, che la visione confusa di ciò che mi circonda, parlando di web ma non solo, assume dei contorni nitidi e trova un modo per affrontare la cattiveria, la superficialità, l'ipocrisia, e nasce #saltalamerda
Lo spiegano come sempre meglio di me le Gran Dame della Combriccola Nicchiona (sembra il titolo di un film porno, sì)
- Barbara Mamma Fatta Così
- Lucia in mezzo al mar
- Francesca Mumtrioska
- Giada Quando Fuori Piove

Cosa vuol dire #saltalamerda?
Il concetto è piuttosto intuitivo, non servono grandi ragionamenti...
Quando mi è servito negli ultimi giorni?
Quando ho letto post veramente sgradevoli, con commenti se possibile ancora peggiori; quando ho sentito i miei colleghi affermare che "ci vuole il ritorno del Duce"; quando ho provato a informarmi sulla campagna elettorale in corso.
Attenzione! non si #saltalamerda e basta! Bisogna anche trovare il fiore!! Questi i miei:
- (occhio alla glicemia) "Mamma sei bellissima, anzi no, strabella" dopo ore di braccio di ferro per far passare queste interminabili giornate di pioggia
- il post di Serena Che madre sono?, un antidoto alla superficialità e alla polemica 
- il ritorno del blog della mia amica Luana aka la Staccata, che però adesso deve offrire da bere.

E voi? Siete pronti a saltare?

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...